Stagionalità: quando il profumo segue i cambiamenti sociali e climatici

Non ci sono più le mezze stagioni! Quanto è vero? E quanto il concetto sempre più labile di stagionalità influisce sul settore dell profumeria?

La profumeria, come tutte le arti, da sempre segue, si adatta ai cambiamenti storici e sociali ed in alcuni casi da vita a grandi attitudini e piccole rivoluzioni.
Nei secoli intercorsi dalla nascita della profumeria ad oggi mode e tendenze che sembravano essere radicate sono state spazzate via o rimodulate sulla base dell'evoluzione stessa della comunità e dell’individuo.

Pensiamo alla storia del Musk: è ormai noto ( io stessa l’ho raccontata più volte perché a questo è legata la mia storia) che l’affascinante e misterioso profumo traesse la sua iniziale sensualità proprio dalla derivazione animale. L’assunzione di responsabilità derivante delle nostre azioni nei confronti del pianeta, e di chi lo abita, ha acquistato sempre maggior peso fino a determinare la sospensione di alcune pratiche. La moda del Musk quindi non è stata mutata, grazie agli interventi della scienza che ci hanno permesso di ottenere in laboratorio una molecola il cui odore replica quello animale, senza però comprometterne la sopravvivenza.I consumatori hanno cominciato a pretenderlo così i profumi come i prodotti di dermocosmesi e make up sono diventati, per la maggior parte, cruelty-free e vegani.

Negli ultimi anni questa attenzione verso la bio diversità e la sostenibilità si è accentuata, accresciuta dalla condivisione mondiale dei disastri ambientali e soprattutto da dalla consapevolezza delle loro conseguenze. Tutti i settori produttivi, compreso quello della profumeria, hanno dovuto rispondere nuovamente alle richieste di consumatori attenti ed esigenti, per i quali anche le semplici azioni di cura della persona possono avere un impatto importante. Così sempre più brand hanno sposato la filosofia del green e del biologico.

Se il pianeta, con la sua flora e fauna, con i suoi mutamenti e le sue apparenti fragilità ha portato ad un'evoluzione sociale che si rispecchia anche nella sensibilizzazione dell’uomo, ancora più decisivo è stato il diffondersi del nuovo concetto di genere e sessualità “fluida”. Il genere umano è padrone del mondo come mai prima d’ora, ma prima di tutto è padrone di se stesso e del suo corpo, e questa consapevolezza “ritrovata” ha conferito potere decisionale e poca propensione a seguire schemi prestabiliti.
Nel profumo questo riassestamento sociale si è tramutato nella perdita (anche se solo iniziale) del concetto di maschile e femminile per cui un profumo piace ed è apprezzato da chiunque per le sue note, a prescindere che queste siano state “etichettate” come adatte a lui o a lei. Dunque le fragranze tornano ad essere pensate per chiunque possa apprezzarle, proprio come il mio Musk, da sempre dedicato a tutti.

Profumi senza genere, senza sostanze nocive, anche senza stagione?
Se chiunque può indossare un profumo floreale, stregato dalle sue note, cosa ci vieta di indossarlo tutto l’anno e non solo durante la primavera? Come detto, molti dei canoni diffusi nella profumeria sono stati sovvertiti, probabilmente questo è valido anche per il concetto di stagionalità del profumo.

Il concetto di stagione è strettamente collegato a quello del profumo quindi è inevitabile che il profumo abbia una sua stagionalità. Questo è legato al fatto che in passato i profumi fossero realizzati con sostanze offerte direttamente dalla natura della quale era necessario rispettarne i ritmi. L’evoluzione della tecnica profumiera però riesce a regalarci queste fragranze tutto l’anno, replicandole in maniera esatta.

Un'altro dei motivi per cui il profumo aveva una stagionalità è collegato al fatto che i profumi più intensi con il sole caldo potevano essere troppo invadenti. Anche questa concezione è cambiata, infatti l'intensità del profumo non è più considerata un ""problema"" ma piuttosto sinonimo di personalità. 
C’è poi una motivazione molto più semplice ed intuitiva, ovvero che alcuni profumi ci ricordino (ti ho già parlato della straordinaria potenza evocativa del profumo) particolari momenti della vita personale ma anche fasi della vita. Il cocco e la sua freschezza ricordano l’estate, cannella e spezie con la loro profondità riportano alla mente in natale e dunque l’inverno, odori come quelli del fico invece riportano l’autunno.
Tutto vero, ma il profumo è un elemento altamente personale, legato più allo stato d’animo che al clima. Può succedere dunque che in pieno inverno, cielo tinto di grigio, pioggia, giornate buie possono incupire anche l’umore e proprio quel profumo fruttato, fresco, “estivo” possa darci la carica e riportarci il sorriso. Allo stesso modo una giornata primaverile può richiedere dei momenti introspettivi e riflessivi, che si accompagnano a fragranze più “calde” che ci facciano sentire coccolati.
Potrei inoltre soffermarmi sul concetto delle stagioni che vediamo mutare per durata ed intensità anno dopo anno per cui il celebre detto “non ci sono più le mezze stagioni” sembra più che mai reale.
Giornate invernali nel bel mezzo dell’estate e calde temperature in inverno, non è nulla di nuovo (e nulla di buono) ma anche per questo parlare di fragranze prettamente “estive” o “primaverili” sembra perdere sempre di più significato.

Questa è dunque la nuova regola del profumo: non ci sono regole. Tutto nasce da noi stessi, da quello che vogliamo, da ciò che ci piace e da come vogliamo sentirci o ci sentiamo. Il profumo è un mezzo di espressione potente e la sua scelta, per quanto possa sembrarlo, non è mai casuale. Non c’è quindi un giusto o sbagliato neppure riguardo la stagione, se quell’odore ci aiuta a stare bene con noi stessi.

Lascia un commento

Tutti i commenti sono moderati prima di essere pubblicati